I Simoniaci
In certi momenti mi accorgo che sono diventato "schiavo"
del mercato, ma nello stesso tempo mi rendo conto che non potrei farne
a meno... mi sento proprio senza via d'uscita.
Mi rattrista pensare che ogni mia scelta non porterà mai nulla
di buono: se continuerò, come altri milioni di persone, a "consumare"
tranquillamente, allora questo "benessere" procederà
"normalmente", ma le coscienze saranno sempre più vuote;
se invece decidessi con altri milioni di persone di "fermarmi",
allora metterei a rischio "equilibri" nazionali o anche mondiali...
peggio di una guerra, ma ritornerei sicuramente più "umano".
In ogni caso sarei comunque la causa di una "rottura", di un
"terremoto".
Dante nella terza bolgia incontra i simoniaci: costoro con il potere del
denaro pensavano di acquistare "doti spirituali" o almeno di
fare affari con oggetti sacri, oggi non siamo proprio a quei livelli,
ma il fiato caldo del mercato lo sentiamo sul collo tutti i giorni.
Un Dio e un Demonio allo stesso tempo che ci accompagna in ogni nostra
scelta, silenzioso e maligno e sa bene come far sentire sempre la sua
presenza .
Potremo mai salvarci da queste entità... penso proprio di no, però
potremo diventare consapevoli di questa certezza e di questa contraddizione,
sperando in una rinascita futura dell'individuo.
Se avete la pazienza di ascoltarlo attentamente, il brano di Giorgio Gaber
"Il mercato" racconta tutto questo; con il suo stile ironico
e "amaro" come sempre è riuscito a "dipingere"
la nostra triste epoca, un mondo "rovesciato", come sono obbligati
a restare anche i simoniaci descritti da Dante.
Al termine della lettura vi invito all'ascolto del contributo
di Giorgio Gaber utilizzato per questa puntata.
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